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Tremonti: la soluzione alla crisi non è il debito ma più regole

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Tremonti: la soluzione alla crisi non è il debito ma più regole

di Nicoletta Cottone

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2 febbraio 2009

Radio24/ G.Tremonti su regole e politiche di stimolo (parliamo con l'Elefante)

"La soluzione non è nel mettere nell'economia più capitale drogato dal debito" ma mettere "più regole capaci di farci venire fuori dalla crisi". È il parere del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ospite del programma di Giuliano Ferrara "Parliamo con l'elefante", in onda lunedì mattina su Radio24. Usando una metafora il ministro dell'Economia, dunque, è tornato sui rimedi per combattere la crisi dell'economia e ha ribadito che è sbagliato pensare di uscirne aggiungendo debito su debito, ma piuttosto occorre pensare a nuove regole. "Combattere la droga con la droga, l'alcol con l'alcol è sbagliato – ha detto Tremonti ai microfoni Radio24 - la crisi è stata causata da troppo debito privato e pensare che se ne esce con più pubblico è sbagliato dappertutto. La soluzione - secondo il titolare dell'Economia - non è nel mettere più capitale drogato dal debito nell'economia, ma più regole capaci di farci uscire dalla crisi". In tanti, ha detto il ministro, "dicono in questi giorni che dovrei fare più deficit, ma tra dire e fare c'è di mezzo il mare. Non possiamo fare più spesa pubblica di quella che ci è consentita: il debito italiano sta crescendo molto meno di quello europeo ed è un dato positivo perchè dobbiamo considerare anche la concorrenza degli altri paesi". Quanto alle critiche e alle misure anticrisi adottate dal Governo, il ministro ha ribadito che "in rapporto al Pil abbiamo fatto esattamente quanto fatto negli altri paesi europei".

Una moratoria di 10 anni per neutralizzare i titoli tossici. La soluzione migliore per neutralizzare i titoli tossici presenti nel sistema finanziario internazionale è una moratoria di alcuni decenni. Isolare questi titoli e attribuire loro un valore, ha sottolineato Tremonti, "è una tecnica sbagliata e insostenibile, perchè vuol dire dare un senso e un valore a questa realtà. Io credo invece che la cosa migliore sia staccare la spina, cioè sospenderli per 50 anni, 30 anni o 10 anni". Evidentemente, ha aggiunto il ministro, "si creeranno dei problemi e delle asimmetrie: ci sarà chi ci guadagna e chi ci perde. Ma credo che il rischio legato a queste anomalie sia inferiore a quello di lasciarli in circolazione".

Aiuti necessari alla coesione sociale. Gli aiuti all'economia, ha sottolineato il ministro, sono "necessari per garantire coesione sociale e la tenuta del tessuto industriale" ma non servono per superare la crisi che ha origine dalla finanza, da "un deficit di fiducia nella finanza". La crisi della finanza, ha sottolineato Tremonti, "si sta estendendo all'economia, certo sono necessari aiuti per tenere in piedi l'apparto industriale, ma non c'è governo che tenga che possa sostenere la fiducia". Sulla crisi Usa, Tremonti, ha ricordato le parole del presidente Barack Obama: "Il quadro americano, lo ha definito il presidente americano, è un disastro. Certo contano i fatti, bisogna andare in giro nella realtá, perchè le statistiche che si fanno sono utili ma rappresentano solo una parte della realtá. In tempi di continuo cambiamento queste previsioni non hanno molto fondamento".

Sugli ammortizzatori sociali "si troverà la strada". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si è detto convinto che sulla questione degli ammortizzatori sociali e il confronto con le Regioni "la strada si troverà e sarà utile". L'intenzione del Governo, ha detto Tremonti, non è quella di prendere i soldi alle Regioni. "Non vogliamo togliere i soldi alle Regioni, anzi vogliamo concretizzare su un'area di bisogno", ha spiegato. "L'intensità della crisi - spiega Tremonti - pone problemi che non sono solo di formare uno per portarlo in un altro settore. E se anche l'altro non va bene? Io penso che la strada si troverà e sarà utile, ma non possiamo fare più spesa pubblica di quello che è consentito".

Tasso sui bond sul binario unico europeo. Il tasso del 7,5% sui Tremonti-bond è stato deciso dal Tesoro seguendo lo schema europeo e quindi "non c'è margine di autonomia italiana in questa materia". Il meccanismo dei finanziamenti, ha spiegato Tremonti, "è europeo: non puoi fare un'emissione di bond a tuo piacere, secondo la realtà italiana. C'è un solo schema, un solo binario, e il binario unico è quello europeo".

Solido il sistema bancario italiano. Il ministro dell'Economia dai microfoni di Radio 24 ha ribadito la solidità del sistema bancario italiano. "Il sistema bancario italiano si basa sulla vigilanza della Banca d'Italia che finora ci ha solo dato dati e informazioni positivi". Nel complesso "il nostro sistema, con alcune eccezioni, é rimasto più aderente alla realtà e più al servizio dell'economia reale".

Mai sollevata la questione pensioni. Sul fronte della riforma delle pensioni Tremonti ha detto: "Non ho mai sollevato la questione". Il titolare del ministero dell'Economia ha detto che sono stati alcuni organi di stampa a sollevare il tema prendendo spunto da un sua dichiarazione a Davos sulla riforme strutturali. Il ministro ha spiegato che a Davos non parlava a nome del Governo, ma in termini di sistema paese: "Mi sono limitato a dire che siamo un Paese che ha un altissimo debito pubblico e un bassissimo debito privato, che siamo più forti di quanto sembri, che abbiamo 4 milioni di partite Iva, un sistema finanziario relativamente più solido di altri paesi, basato sulla fiducia e che certo esistono anche riforme strutturali che stiamo considerando".

 

 

 

 

 

 

 

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